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Progetto "Comunità di Pratica nelle PA e Sanità"
Comunità di Pratica nelle PA e nella Sanità
TITOLO
Le prospettive emergenti dell'approccio delle Comunità di Pratica nel contesto specifico della formazione nella pubblica amministrazione e nella sanità
TIPO
PROGETTO A
DURATA
24 MESI (1 Ottobre 2009 - 30 Settembre 2011)
SSD interessati dal progetto
M-PED/01 PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE
SECS-S/01 STATISTICA
GRUPPO DI RICERCA
Prof.ssa Giuditta ALESSANDRINI (Università degli Studi Roma TRE)
Dott.ssa Rosa CAPOBIANCO (Università degli Studi Roma TRE)
Dott.ssa Maria BUCCOLO (Università degli Studi Roma TRE)
Dott.ssa Patrizia CUCCHI (MIUR)
Dott.ssa Anna GAMMALDI (Formez)
Dott. Piero PAGNOTTA (IRFI)
Dott. Michele PETRUCCI (ASAP LAZIO)
Dott. Claudio PIGNALBERI (Università degli Studi Roma TRE)
Prof. Giovanni ROSSO (MIUR)
Dott. Mauro SBOLGI (SIREAS)
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il tema delle Codp ha suscitato nell’ultimo quinquennio un notevole interesse in Italia anche nel campo più specifico delle strategie o approcci di formazione degli adulti e nelle organizzazioni stimolando alcune ricerche.
Questo dominio di studi si pone di fatto correlato ad altre aree di interesse come l’analisi di forme di apprendimento specifiche (l’apprendimento organizzativo, il network learning, ecc). Le ricerche sulla comunità di pratica hanno evidenziato alcuni fenomeni che sembrano caratterizzare in maniera sempre più distintiva le modalità di diffusione e codificazione della conoscenza dei professionisti nei gruppi sociali, sia nei contesti di impresa, che in altri contesti formativi.
La cattedra di Pedagogia Sociale in collaborazione con il CEFORC, Centro di Ricerca “Formazione Continua & Comunicazione” (ex LAOC), istituito con l’obiettivo di realizzare attività di ricerca teorico – applicativa nell’ambito della formazione continua e dei processi formativi nelle organizzazioni, ha sviluppato sul tema, già a partire dal 2004, seminari di riflessione teorica e applicazione pratica realizzando anche la sperimentazione di attività di formazione sulle CodP all’interno del Master Universitario Gescom. Tra le attività svolte si segnalano un seminario tenuto ad Aprile 2005 con la partecipazione di Etienne Wenger, il maggiore esperto in campo internazionale sulle CodP, numerose tesi di laurea assegnate su esperienze di formazione basate su “analisi di caso” relative alle CodP e l’organizzazione del Convegno Europeo di studi “Dall’Apprendimento Organizzativo alle Comunità di Pratica” nel 2006.
Il Progetto di ricerca è orientato a studiare le potenzialità della strategia formativa delle CodP per la formazione degli adulti nelle organizzazioni con particolare riguardo alla pubblica amministrazione ed al settore della sanità. In particolare saranno oggetto di studio le potenzialità dell’approccio per quanto riguarda l’acquisizione delle competenze tecnico-specialistiche e trasversali in ambito manageriale considerate - soprattutto queste ultime - come le competenze fondamentali per l’innovazione. L’idea di fondo del progetto di ricerca è quella di studiare l’approccio della comunità di pratica come strategia princeps per lo sviluppo di interventi formativi degli adulti nelle organizzazioni basati sulla riflessione e sull’apprendimento nella pratica, sulla cooperazione e sullo scambio di esperienze. Le prospettive aperte dagli studi sulle comunità di pratica sono legate agli sviluppi della ricerca relativa alle forme di apprendimento informale, tacito e dell’apprendimento situato, oggetto di particolare attenzione nello scenario dell’agenda di Lisbona e delle successive revisioni. Le tendenze presenti in alcune “buone pratiche” di Codp in uso nelle organizzazioni, sono associate alla prospettiva di supportare le dinamiche locali dell’apprendimento (la dimensione meta territoriale) e il miglioramento delle prestazioni professionali. Tali tendenze sono riconducibili a due orientamenti metodologici: il potenziamento di processi di circolazione della conoscenza attraverso la rete di interazione tra i soggetti e la possibilità di raccolta e diffusione di processi di apprendimento nell’esercizio stesso delle pratiche lavorative. Un’altra dimensione di grande interesse correlata al tema è la componente legata alle dimensioni di cultura organizzativa e di “clima”, come ad esempio l’idea di appartenenza, partecipazione, identità degli attori sociali.
Ciò che si intende promuovere, in estrema sintesi, all’interno del progetto di ricerca è un portfolio di dispositivi strategici indirizzato all’innovazione ed al trasferimento di processi di apprendimento condivisi, partecipati e spendibili per lo sviluppo educativo nei contesti locali (intesi come luoghi di interazione di attori sociali, economici e istituzionali). La finalità del progetto di ricerca sarà quella di consolidare secondo una prospettiva scientifica l’approccio delle CodP con particolare riguardo ad alcuni contesti organizzativi e formativi (la pubblica amministrazione e l’area della sanità) e di realizzare un impianto di ricerca di natura qualitativa e quantitativa nell’ambito di processi di formazione continua e del lifelong learning.
Progetto di dettaglio (44 KB)
OBIETTIVI
Gli obiettivi finali si articolano in quattro “domini” di ricerca corrispondenti in 4 Workpackages suddivisi in diversi focus e dimensioni lavoristiche.
Il primo ambito di obiettivi attiene alla ricognizione teorica dell’area delle CodP nelle diverse connotazioni disciplinari con particolare riferimento alle teorie dell’apprendimento situato, dell’experiential learning, e della pedagogia della riflessività ma anche attingendo al concetto “economico” di apprendimento (learning by using, learning by interacting) ed alle dinamiche di sussidiarietà verticale ed orizzontale teorizzate negli studi sullo sviluppo locale.
Il secondo ambito riguarda una rassegna di buone pratiche già rilevabili in diversi contesti educativo – formativi.
Il terzo ambito di obiettivi attiene al processo di “modellizzazione” del costrutto CodP nelle diverse declinazioni possibili.
Il quarto ambito consiste nello sviluppo di protocolli sperimentali di CodP in alcuni ambienti educativo-formativo nell’area del lifelong learning di particolare valore e significatività, attraverso elaborazioni di tipo quali/quantitativo con metodologie statistiche (analisi multivariata, ecc.).
METODOLOGIA
Il progetto di ricerca “Le prospettive emergenti dell'approccio delle Comunità di Pratica nel contesto specifico della formazione nella pubblica amministrazione e nella sanità” si pone l’obiettivo di incrementare la conoscenza su un tema centrale nell’area dei fenomeni di diffusione della conoscenza nelle società avanzate.
L’articolazione del progetto prevede alcune fasi operative destinate allo sviluppo di prodotti specifici:
- La creazione di un Portale di ricerca per far interagire esperti del settore, docenti, studenti, in modo da costituire una “comunità” di attori appartenenti a diversi ambiti disciplinari che sperimentano concretamente la realizzazione scientifica del progetto creando possibilità di accesso a materiali e prodotti;
- La messa a punto dell’impianto per la ricerca bibliografica e documentaria e per la selezione dei dispositivi di censimento della letteratura in materia;
- La ricognizione critica degli impianti teorici nei diversi contesti disciplinari;
- Lo sviluppo di griglie di rilevazione e dispositivi d’indagine mirati per la ricerca empirica sulle best practices;
- La costruzione di modelli focus di comunità di pratica;
- La sperimentazione dei modelli focus in ambienti educativo-formativi richiamando la partecipazione delle diverse unità di ricerca aderenti al PRIN 2008 (comunità di pratica genitoriale, comunità di pratica di professionisti in settori specifici, comunità esperta nella cura, comunità di attori sociali nel territorio come la piccola impresa e la pubblica amministrazione);
- Piano di valorizzazione mirante a favorire la disseminazione e l’utilizzazione dei risultati del progetto.
Il progetto si articola in quattro fasi strutturate secondo un approccio sequenziale strettamente correlato allo sviluppo dei quattro wp previsti:
WP 1 Ricognizione teorica dell’ impianto teorico-concettuale;
WP 2 Rassegna di buone pratiche della CodP;
WP 3 “Modellizzazione” della strategia delle CodP nelle diverse declinazioni possibili;
WP 4 Sviluppo di protocolli sperimentali di CodP in alcuni ambienti educativo-formativo nell’area del lifelong learning, attraverso l'impiego di metodologie statistiche.
Prima Fase – Capitalizzazione di pratiche e conoscenze
La prima fase di lavoro sarà articolata in due momenti, connotati da interdisciplinarietà:
a) Analisi della letteratura nazionale ed internazionale sull’argomento;
b) Capitalizzazione delle conoscenze e delle pratiche nel settore specifico di riferimento.
Questa fase ha come obiettivo lo studio e l’analisi di tipo teorico sul tema secondo una metodologia di lavoro interdisciplinare che consenta di costruire una frame work per la lettura empirica di dati, conoscenze e saperi nell’ambito di specifici contesti. La metodologia prevista è l’analisi documentale e della letteratura concernente la formazione continua nella società della conoscenza, nonché l’esplorazione dei settori di ricerca attinenti la formazione e il mercato del lavoro e il trasferimento dei risultati della ricerca scientifica negli ambiti più propriamente connessi alle attività economico-produttive.
In particolare, si procederà alla raccolta e alla successiva capitalizzazione di specifiche conoscenze:
- Le dimensioni “macro” delle trasformazioni del mercato del lavoro e della formazione continua;
- Rilevazione qualitativa e quantitativa dei dati esistenti attraverso una lettura approfondita dei rapporti più recenti in materia di formazione continua e lavoro (Isfol, CNEL, UnionCamere);
- Quadro nazionale ed europeo sugli indirizzi relativi alla formazione continua e al lifelong learning;
- Studio e ricerca teorica dei contributi di autori italiani e stranieri più significativi che si occupano della metodologia delle comunità di pratica;
- Ricerca ed analisi di attività di formazione nelle PA (regioni, province, comuni, area del pubblico impiego) nelle istituzioni sanitarie (ospedali, USL, centri di igiene mentale) correlate all’organizzazione di comunità di pratica;
- Raccolta e sistematizzazione di materiali documentari e bibliografici specificatamente al settore di interesse.
Seconda Fase – Ricognizione di best practices
La presente fase prevede due momenti distinti di lavoro di fondamentale importanza:
a) Ricognizione di best practices nel contesto nazionale ed internazionale;
b) Ricognizione delle strategie per la progettazione, alla realizzazione ed alla valutazione degli impianti teorici e dei processi nelle CodP.
Azioni previste:
- Repertorio di best practices sulle attività di formazione in ambito aziendale e delle PA basate sulla organizzazione di Comunità di Pratica;
- Analisi pedagogica delle strategie relative delle Comunità di Pratica in quanto “pratica” di orientamento e di crescita della persona e funzionale a promuoverne la progettualità, la condivisibilità delle conoscenze prodotte anche in riferimento alle relazioni con il sistema educativo/formativo;
- Messa a punto di dispositivi di analisi descrittiva e di strumenti di rilevazione dati fondati sui seguenti approcci: tipologia dei profili professionali, il bagaglio delle conoscenze e delle competenze, le caratteristiche economiche-produttive in ambito locale, ecc.
Terza Fase: Costruzione e sperimentazione di “outlines” per “coltivare comunità di pratica”
La terza fase si articola in particolare su due processi di ricerca:
a) Definire possibili indicatori per la qualità dell’apprendimento nelle CodP;
b) Organizzazione di comunità di pratica prototipali utilizzando il portale dedicato del progetto;
c) Progettazione di un piano curricolare per lo sviluppo delle competenze degli animatori di CodP;
d) Screening delle competenze dell’animatore di CodP;
e) Costruzione di una modellizzazione di corso – prototipo per animatori di CodP.
Tra le azioni previste:
- Implementazione del modello sulla base della progettazione di indicatori funzionali al paradigma della “coltivazione” di CodP: scoperta della comunità potenziale, la crescita (coalescing), la maturità, la gestione e in ultimo la trasformazione delle comunità;
- Costruzione e sperimentazione empirica di protocolli nei settori di riferimento della ricerca. Il compito sarà soprattutto quello di realizzare un impianto di ricerca di tipo qualitativo e quantitativo idoneo a raccogliere dati e informazioni che dimostrino l’adattabilità del protocollo sperimentato e funzionale al raggiungimento degli obiettivi prefissati, attraverso l'impiego di metodologie di tipo statistico (analisi multivariata, ecc.);
- Individuazione del campione a scelta ragionata, basato su alcuni criteri di rappresentatività;
- Sperimentazione sul campione della funzionalità della metodologia delle CodP.
Quarta Fase: Stesura del rapporto e piano di validazione del progetto
a) Analisi e valutazione della ricerca;
b) Auditing con i referee esterni;
c) Disseminazione dei risultati e dei prodotti di ricerca in forma di seminari tematici e di guidelines;
d) Stesura del rapporto finale e preparazione dei “prodotti editoriali”.
In questa ultima fase, l’unità di ricerca procederà al completamento ed alla stesura del rapporto di ricerca ed all’interpretazione, comunicazione e disseminazione dei risultati, con particolare riguardo ai contesti specifici presi in esame.
La ricerca è finalizzata alla ridefinizione degli ambiti di studio e di sviluppo di approcci innovativi di CodP sia per quanto riguarda le dimensioni tecnico-specialistiche della formazione manageriale nel pubblico impiego e della sanità che quelle più generali ed aperte alla società civile (educazione alla cittadinanza, life skills).
RISULTATI
Il risultato più importante é quello di contribuire, attraverso lo studio teorico, alla sperimentazione e alla validazione dei protocolli di sperimentazione guidata, al riconoscimento delle CodP come “ambiente” cardine intorno a cui ipotizzare nuovi investimenti formativi per gli attori del lifelong learning e la formazione continua.
In questa prospettiva tra i risultati del progetto:
• La sistematizzazione degli impianti teorici pluridisciplinari attinenti al tema della comunità di pratica;
• La modellizzazione di approcci metodologicamente fondati;
• La definizione di linee guida per il sostegno e l’accompagnamento alle comunità di pratica nei vari settori relativi al lifelong learning ed alla formazione continua;
• La realizzazione di protocolli di formazione destinati alle figure di esperti operanti nei diversi settori di riferimento, per facilitare il processo di attivazione di approcci formativo-educativi orientati alla comunità di pratica.
In linea con i risultati, il progetto di ricerca intende privilegiare la metodologia della ricerca azione partecipativa (RAP), strumento di azione sociale nel quale la produzione di conoscenza è connessa e finalizzata al “cambiamento sociale”, sempre partecipato e condiviso da tutti gli attori istituzionali e non coinvolti. L’idea di fondo è di focalizzare i risultati sulla base di approcci di natura “integrata” di ricerca, educazione ed azione sociale, che risponda in modo coerente ai presupposti teorici di una comunità educante e professionale volta a ridefinirne i propri modelli operativi e i propri modi di cooperazione e condivisione dei saperi.
Il risultato, sulla base dell’analisi dei settori coinvolti (parliamo di PA, istituzioni sanitarie, piccole e medie imprese, istituzioni familiari e scolastiche, il terzo settore) e trasversale con il programma nazionale di interesse scientifico PRIN 2008, è la produzione di schemi interpretativi della realtà e di modelli innovativi per le CodP e di promuovere nuove logiche di “investimento” sulle relazioni sociali e di costruire modelli di interazione (basti pensare, ad esempio, all’impatto che oggi assume Facebook nell’intero panorama internazionale). Nello specifico, l’impegno principale afferisce all’individuazione di tecniche che maturino nei soggetti attori la consapevolezza di appartenenza alle CodP e di rendere chiaro il focus su cui la comunità intende investire attraverso alcune chiavi di lettura.
Il progetto fornisce utili elementi ai fini strategici anche ai decisori istituzionali per l’attivazione di dinamiche di crescita e sviluppo sul piano locale, sia nelle istituzioni (università, attori della formazione continua), che nei sistemi territoriali e nei comparti produttivi interessati (come la piccola e la media impresa e i distretti).
La composizione del gruppo di ricerca, che unisce appunto docenti universitari ed esperti nel campo della formazione continua e del lifelong learning ed in linea con i gruppi dell'unità facenti capo al Progetto PRIN, appare in tal modo funzionale a costruire un ponte tra le attività accademiche di ricerca/didattica e il sistema delle pratiche di formazione presenti sul territorio, al fine soprattutto di agire sulla qualità dei profili professionali dei formatori che intervengono nelle differenti istituzioni che si occupano di pedagogia del lavoro e di formazione degli adulti nonché a definire raccordi più sinergici tra percorsi formativi, profili professionali e mercato del lavoro.
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