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Tematiche evidenziate nell’articolo:
1. Diverso approccio al sistema educativo: bisogna considerare il sistema educativo come un intero sistema che ruota attorno a competenze , le quali svolgeranno un ruolo fondamentale nel futuro( queste competenze vengono sviluppate a partire dalla scuola , quindi dal sistema educativo in sè) . Approccio olistico poiché al giorno d’oggi parliamo di “apprendimento per tutta la vita”.
2. Ocse: trova soluzione per disoccupazione e inoccupazione giovanile(39 milioni di ragazzi tra 16 e 29 anni sono senza lavoro e non frequentano alcuno tipo di scuola o formazione(neet) livello sup al 25% in italia. Abbandono scolastico 40% . competenze sempre più elevate, scientifiche e specializzate.Società odierna: “ Società della digitalizzazione”( +12,3% annuo). In Italia nel 2014 solo il 62% di coloro tra i 25 e i 34 anni che avevano concluso il percorso universitario era occupato.L’Italia, emerge dal rapporto, e’ il penultimo Paese dell’Ocse per spesa per l’istruzione come quota della spesa pubblica totale: appena l’8% a fronte di una media Ocse del 12,5%. Fa peggio solo la Grecia, con il 7,6%. I paesi che investono di piu’ nell’istruzione sono invece Islanda (16,9%), Israele (16,3%), Lettonia (15,7%) ed Estonia (15,4%). Non solo, dalle statistiche dell’Ocse risulta anche che l’istruzione e’ la voce della spesa pubblica che ha subito la maggiore riduzione percentuale (-1,6%) negli anni dal 2007 al 2013, quelli della crisi. Nello stesso periodo, a fronte di un aumento della spesa per il welfare del 3,9%, la spesa militare risulta scesa di appena lo 0,1%. Infine una curiosità: nel sistema d’istruzione italiano i maschi restano una “specie rara”. Alla preprimaria sono solo il 2%; alle elementari il 4%; alla secondaria di primo grado il personale docente di genere femminile raggiunge il 78% e alle superiori il 67%. Il dato si inverte solo nell’istruzione terziaria dove le donne presenti sono solo il 37%.
3. Strategie scuola-lavoro(le scuole danno un tot ore agli alunni, i quali dovranno lavorare in biblioteche e centri culturali. Questo serve per rendere proattivi e soggetti attivi i ragazzi/universitari nel mondo del lavoro. Oltre che in Italia, la Danimarca come altri Paesi, ha inserito attività extracurricolari e nuove modalità didattiche per favorire la socializzazione. Per nuove attività didattiche possiamo citare anche l’università, e l’importanza di un metodo didattico il quale motivi e renda partecipe gli studenti. Il Professore/ssa non dovranno solamente spiegare la lezione in maniera frontale, senza nessun tipo di contatto/rapporto, bensì coinvolgendo lo studente in attività verosimili per il futuro.
4. Soluzioni innovative, adattamento reciproco, relazioni comunitarie, pensiero innovativo, agisco pensando al futuro, incentivi per le politiche attive di ricerca e sviluppo, aggiornamento continuo di competenze inerenti a professionalità e compiti all’interno di un azienda. L’Ocse rintraccia anche alcune cause di questa situazione che impedisce un cambiamento reale. Il tasso di occupazione è particolarmente basso per i ragazzi che hanno genitori non laureati e che hanno meno probabilità di accedere ad una rete di relazioni sociali. Tra i diversi fattori che impediscono ai laureati di trovare un lavoro c’è sicuramente la scarsa domanda di lavoratori con qualifiche universitarie da parte dei datori di lavoro e la crisi economica. Ma secondo l’Ocse “una delle principali cause” della disoccupazione “è dovuta al fatto che spesso i titoli di studio non coincidono con l’acquisizione di competenze solide, sollevando interrogativi circa la qualità dell’apprendimento nelle istituzioni dell’istruzione terziaria”. L’organizzazione internazionale punta il dito sull’ignoranza dei nostri ragazzi: “Molti laureati hanno difficoltà nell’integrare, interpretare o sintetizzare le informazioni contenute in testi complessi o lunghi, nonché nel valutare la fondatezza di affermazioni o argomentazioni”).
Giangrasso Eleonora ;)