TESI DI LAUREA MARZO 2015

BATTILOCCHI Marco

Logiche di condivisione delle comunità di pratica e di apprendimento:
il progetto “Social Ambient” nell’attuale scenario di globalizzazione mediatica e culturale
Corso di Laurea FSRU

Venerdì 20 marzo 2015


L’economia moderna è sempre più basata su beni “intangibili”. Il fenomeno della “new economy” vive un progressivo andamento verso una realtà che si struttura e si concretizza su attività e valori immateriali. Un tempo la teoria materialistica (di matrice anglosassone ed iniziata col pensiero di Adam Smith e David Ricardo), assegnava la qualifica di ricchezza esclusivamente ai “beni utili, limitati
e materiali”; anche in Italia molti esponenti (Cossa, Nazzani) riconducono l’essenza di valore economico solamente ai beni materiali, dotati di fisicità, basandosi unicamente sulla circostanza che si producono e riproducono, si possono pesare, contare, sono indistruttibili e possono essere
oggetto di garanzia. In questa ottica si nega ai beni immateriali e di origine intellettuale qualsiasi possibilità di contributo alla creazione di valore.
Nel contesto della “società della conoscenza” , del benessere e della globalizzazione ,ma soprattutto della concorrenza, assume invece un ruolo sempre più determinante tutto ciò che è competenza ed innovazione. Anche i dati macroeconomici dei principali paesi industrializzati indicano che la tendenza a lungo termine verso un’economia basata sulla conoscenza persiste, e che gli investimenti in fattori quali la scienza, la tecnologia e l’innovazione sono diventati elementi essenziali nel contribuire alla crescita economica sia delle economie avanzate sia in quelle in fase di sviluppo.
Il tema della tesi parte da questo contesto, attuale ed in fase di continui cambiamenti, passa per l’approfondimento degli ambienti tecnologici di socializzazione e condivisione, fino ad arrivare all’importanza delle emozioni e delle sensazioni di ognuno di noi all’interno dello scenario in cui viviamo.
Gli obiettivi di questo lavoro sono principalmente tre:
- osservare come nello studio e nella creazione di un “prodotto multimediale di nuova generazione” (che verte su temi di condivisione e partecipazione) sia fondamentale il contributo di soggetti con “know-how” differenti tra loro, ed assuma una valenza determinante la logica di condivisione nella fase di realizzazione.
- attribuire un valore “concreto” alla soggettività di ognuno di noi, espressa sotto forma di giudizio e valutazione, riguardo un servizio ricevuto (nella fattispecie erogato da Locali ed
Artisti). Quindi, ponendoci in antitesi ai tempi della teoria materialistica, dare un “peso ed un valore” all’intangibile, all’immateriale.
- verificare come la creazione di un “social ambient” e di un network (dedicati ad un contesto) possano costituire un metodo di condivisione attiva tra gli attori protagonisti e non, con la finalità di poter dare valore alla qualità e, di conseguenza, poterne usufruire nel miglior modo possibile effettuando “scelte” mirate.


INDICE
Introduzione

1. Lo scenario Europeo
1.2 Contenuti e mission Europa 2020
1.3 Il concetto di globalizzazione
1.4 Il concetto di innovazione
1.5 L’innovazione in Italia: analisi e ricognizione dei dati ufficiali

2. Il ruolo ed i mutamenti della comunicazione nel contesto “network”
2.1 La società della conoscenza
2.2 I cinque assiomi della comunicazione
2.3 Habitat tecnologici, reti e comunità

3. Nuove modalità di condivisione e sviluppo,nascita del “Social Ambient”
3.1 Il “padre” della condivisione oggi: il “social network”
3.2 La tecnologia Web 2.0
3.3 Lo sviluppo attraverso il Web: il “crowdfounding”
3.4 La nascita di nuove realtà attraverso il crowdfounding
3.5 Il valore delle emozioni e delle sensazioni nel “social ambient”

4. Indagine empirica
4.1 Metodologia
4.2 Strumenti
4.3 Risultati
4.4 Conclusioni sull’indagine empirica

5. Ringraziamenti
6. Glossario
7. Bibliografia
8. Sitografia

GACCETTA Maria Grazia

Il ruolo delle Regioni e degli enti locali nell'integrazione tra formazione professionale e inserimento nel mondo del lavoro
Corso di Laurea FSRU

Venerdì 20 marzo 2015


La condizione occupazionale dei giovani, l’orientamento al lavoro e la formazione professionale sono da tempo al centro dell’attenzione delle Regioni e degli Enti locali. In particolare la Regione Lazio, come il resto delle altre Regioni italiane ha risentito molto della crisi. La disoccupazione ha toccato un tasso davvero elevato e si sta lavorando per cercare di trovare metodi efficaci per combatterla. Fondamentale è una riforma dei servizi per l’impiego, che risultano essere ancora troppo indietro rispetto agli altri Paesi europei. Infatti come riportano i dati ISFOL, soltanto il 2,9% delle aziende si rivolgono ai Centri per l’impiego. Importante è anche la sinergia tra l’orientamento al lavoro e la formazione professionale per permettere di acquisire conoscenze ed essere così competitivi in un mercato del lavoro sempre più esigente e flessibile. Si richiede infatti un aggiornamento continuo delle competenze e la capacità di saper scegliere la formazione da intraprendere. La formazione continua potrebbe essere una leva strategica ma questa, come ha sostenuto il Dirigente dell’Area delle Politiche attive della Formazione e del Lavoro Giorgio Marini, sembra essere ostacolata dalle aziende italiane stesse, dove l’aggiornamento periodico dei dipendenti sulle nuove tecnologie è considerato più una “perdita di tempo e di denaro” che un incentivo in termini di competitività e di risposta ai cambiamenti del mercato. Anni di campagne di sensibilizzazione, Fondi strutturali europei e Fondi interprofessionali non hanno purtroppo prodotto i risultati sperati. Nonostante le difficoltà però, le Regioni e gli Enti locali hanno cercato di limitare gli effetti negativi della crisi attraverso delle politiche integrate sul versante della formazione e del lavoro promuovendo i tirocini, sviluppando azioni di promozione dell’apprendistato, la messa a punto del sistema di istruzione e formazione professionalizzante.
In particolare la Provincia di Roma si sta muovendo a piccoli passi con dei piani di intervento come il piano Garanzia Giovani, il sistema Eures, i Career day.


INDICE
Introduzione

1. L’intervento pubblico per l’inserimento nel mondo del lavoro
1.1 I Centri per l’impiego
1.2. I Centri orientamento lavoro
1.3. Porta Futuro

2. La formazione professionale nella Provincia di Roma e nella città metropolitana di Roma Capitale
2.1. Il ruolo della Provincia e della città metropolitana di Roma Capitale
2.2. Le scuole di formazione professionale
2.3. Le scuole di alta formazione: scuola del cinema, del sociale e dell’energia

3. Intervista a Giorgio Marini, Dirigente dell’Area Formazione e Politiche attive del Lavoro
3.1 Capitale Lavoro
3.2 Intervista

Conclusioni
Bibliografia
Sitografia

SCAPERROTTA Lorenzo

Dinamiche delle comunità di pratica nel football americano
Corso di Laurea FSRU

Venerdì 20 marzo 2015


La connessione tra educazione e sport nella società moderna riveste un ruolo importante, molto spesso sottovalutato o poco valorizzato: il mondo sportivo esercita un’influenza concreta soprattutto sui giovani, andando frequentemente a rappresentare una componente pedagogica rilevante paragonabile, per l’ascendente di cui si avvale, all’educazione familiare o all’educazione formale. L’indagine pedagogica, specie in considerazione del tempo dedicato dagli individui allo svolgimento dell’attività sportiva, riceve quindi impulsi forti in ottica di nuove prospettive nel tema dell’educazione. Nella fattispecie, questo elaborato analizza le meccaniche delle Comunità di Pratica nell’ambiente dell’American Football, riportando testimonianze ed esperienze, sensazioni ed intuizioni da persone che hanno vissuto questo sport in America, Europa ed Italia sentendo la dimensione educativa come parte integrante del loro vissuto sportivo: queste voci dal campo raccontano come alcuni di loro siano membri attivi di associazioni spontanee, nate semplicemente quali gruppi accomunati dalla passione per questo sport, nell’ottica della condivisione delle conoscenze possedute ed in collaborazione per crearne di migliori, più efficaci - per creare nuovo significato, facilitati ora più che mai dalla tecnologia; riportano episodi in cui l’apprendimento e la competenza hanno contribuito a determinare la loro identità all’interno del contesto comunitario, come inoltre questa consapevolezza di sé sia stata trasportate in altri ambiti delle loro vite, come può essere quello lavorativo. Gli intervistati, nello specifico, sono stati un direttore sportivo italiano, Fabrizio Cupellini dei Lazio Marines, squadra di football di Serie A della Polisportiva Lazio, un capo allenatore americano che opera in un Junior College, Stan Bedwell, un giocatore militante nella nazionale italiana di football americano, Giovanni Caccialupi, un coach francese, Hugo Pointillart, con esperienze europee e statunitensi, ed infine un ex-giocatore di College Football di Prima Divisione N.C.A.A., Julian ‘JT’ Tartacoff. L’analisi effettuata ha come scopo quello di risaltare le dinamiche comuni dei due campi citati inizialmente, appunto quello delle comunità di pratica e quello del football, inoltre prende in esame la figura dell’allenatore in relazione diretta con quella dell’educatore, sottolineandone l’importanza e le responsabilità che comporta, citando temi come quello della knowledge transmission e della ricerca continua delle best practices; l’elaborato riflette poi sull’apprendimento di valori e competenze – come leadership, teamwork, mentalità competitiva – trasferibili in aree della vita lontane da quelle dello sport, superando di conseguenza i confini entro i quali sono stati concepiti, nella dimostrazione che la disciplina sportiva cambia in maniera tangibile il modo di affrontare l’esistenza.


INDICE
Introduzione

Capitolo 1.
La pedagogia sociale: dalle origini ad oggi
1.1 La comunità che educa: una riflessione pedagogica
1.2 Prospettive pedagogiche nello sport Conoscenza e organizzazioni: appartenenza e condivisione
1.4 Le comunità di pratica
1.5 Le dinamiche di gruppo all’interno di una comunità di pratica
1.6 La coltivazione di una CodP in un'organizzazione

Capitolo 2.
Le Comunità di Pratica e l'American Football: meccaniche comuni
2.1 Le organizzazioni nell'American Football
2.2 Il concetto di comunità nell'American Football
2.3 Drills: la pratica costante e la creazione di conoscenza
2.4 La condivisione e l'accesso ai saperi nella comunità
2.5 La ricerca perpetua del miglioramento e l'apprendimento esperienziale
2.6 Lo sviluppo di identità: la definizione del ruolo nella comunità attraverso l'apprendimento e la partecipazione

Capitolo 3.
Voci dal campo: american football e comunità di pratica visti da occhi diversi
3.1 Fabrizio Cupellini
3.2 Stan Bedwell
3.3 Giovanni Caccialupi
3.4 Hugo Pointillart
3.5 Julian "JT" Tartacoff

Conclusioni
Bibliografia
Sitografia
Allegati

MURGIA Carla

La Motivazione in un gruppo di Infermieri:
studio empirico
Corso di laurea SPE-SEAFC

Lunedì 16 marzo 2015


Lo scopo di questo elaborato è approfondire il tema sulla “motivazione” in un gruppo d’infermieri, con particolare attenzione al costrutto dell’“engagement”, fenomeno interessante da tenere in considerazione nella visione attuale, eclettica, dell’ infermiere, in un contesto organizzativo sanitario capace di promuovere innovazione.
L’attenzione è rivolta principalmente all’attore, professionista, infermiere che si muove in un contesto sanitario, microcosmo lavorativo, crocevia di esperienze, di relazioni professionali e non, in una comunità di pratica , on the job, dove emerge un aspetto fondamentale da esplorare di crescita tra lavoro e formazione. La fotografia che oggi noi abbiamo principalmente del lavoro presente dunque luogo dove l’attore/infermiere si muove è un’organizzazione “aperta”, un’organizzazione che apprende (Learning Organization) come è definita da P. M. Senge e da G. Alessandrini, che offre continue opportunità di crescita, attraverso l’acquisizione di nuove competenze o “l’aggiornamento” o il “riadeguamento” di quelle già possedute.
Alla luce di tutto ciò ho ritenuto opportuno indagare la figura professionale, in relazione al contesto lavorativo, previa diagnosi organizzativa di appartenenza, in un sistema sanitario, relativo alla U.O.C. o dipartimento di oculistica, che indica un valore specifico del gruppo di lavoro e della “comunità di pratica”. È il piano in cui è possibile ricostruire una storia dell’organizzazione, passando da una fotografia (organigramma) di legami quasi inanimati, rigidi, freddi, a luogo, humus dal quale far emergere i valori guida emozioni, relazioni che permangono nel tempo rispetto ai cambiamenti dell’ambiente di riferimento.
La formazione è intesa come strumento strategico di crescita individuale e di gruppo, per sviluppare la motivazione nella persona, in un contesto peculiare come quello delle aziende sanitarie, ma è anche costruzione del processo del proprio cambiamento (Bildung), e di sviluppo (Paideia) in una dimensione prospettica di Life Long Learning.
Partendo dall’analisi della letteratura che ha permesso di conoscere le basi teoriche sui bisogni della persona studiati da diversi autori, tra questi Maslow (1954), viene misurata la dimensione definita positiva e motivazionale nel lavoro in sanità: l’ “engagement”.
Per capire bene il significato di engagement dobbiamo distinguerlo dal concetto di commitment. Quest’ultimo è un concetto complesso e multidimensionale, è collegato a quello di attaccamento, fedeltà e credenza nei valori da parte del lavoratore nei confronti dell’organizzazione. Attraverso il proprio impegno quotidiano il lavoratore si propone di tutelare gli interessi dell’azienda, in quanto ne condivide gli obiettivi. È una variabile prettamente di natura organizzativa
Premessa che l’engagement pone al centro sia la persona sia l’azienda, questo costrutto è caratterizzato da tre aspetti “dedizione, vigore e assorbimento o coinvolgimento partecipativo”, che dalla psicologia è definito come una “condizione psicologica motivazionale associata al lavoro, positiva e soddisfacente”.
Nell’ultimo capitolo è presentata la ricerca empirica. È un disegno di tipo esplorativo, correlazionale sull’impegno lavorativo.
Lo scopo del presente lavoro è di indagare il livello di engagement, misurato con la scala Utrech Work Engagement Scale (UWES 9) di Schaufeli & Bakker (2003), tra gli infermieri (n =80) e la propria organizzazione lavorativa sanitaria, Dipartimento di Oftalmologia, in correlazione con la soddisfazione lavorativa, misurata con la scala Job Satisfaction Diagnosis (JDS) di Dubinsky (1986).
Sono state calcolate le statiche descrittive dell’intero questionario, 23 item. È stato calcolato il coefficiente alfa di Cronbach (valori > 0.80), le correlazioni di r-Pearson.
Le analisi hanno consentito di confermare la validità e affidabilità del costrutto nella nostra comunità di professionisti.
I risultati ottenuti mi portano ad una riflessione: la leadership di appartenenza deve intercettare, riconoscere e valorizzare il patrimonio di ciascuno ricco di esperienze, di valori, di capacità, d’impegno, di motivazione che se non coltivate, saranno destinate all’estinzione. La cura e la gestione delle relazioni professionali/umane sono per le aziende di oggi un valore aggiunto di grandissima importanza.
L’aspetto che io ritengo importante nella mia proposta è legato alla scoperta dei due pilastri Paideia e Bildung, dimensione nascosta della formazione. È la Formazione che va nella direzione dello sviluppo della persona in una prospettiva di Life Long Learning.


Parole Chiave
Motivazione/engagement, Nursing/infermieri, organizzazione lavorativa/Learning Organization, Comunità di Pratica/Life Long Learning, ricerca quantitativa


INDICE
Introduzione

Cap. I: L’organizzazione
1.1 Modello Organizzativo: Learning Organization
1.2 Educazione Continua in Medicina

Cap. II: Motivazione
2.1 Definizione
2.2 Teorie
2.3 Strumento per sviluppare la Motivazione: la Formazione

Cap. III: Ricerca
3.1 Campo d’Indagine: Azienda Sanitaria
3.2 Finalità
3.3 Strumenti e metodi
3.4 Fasi della Ricerca
3.5 Risultati

Conclusioni
Bibliografia
Sitografia
Allegati